Un triste fenomeno che non accenna a fermarsi
Gli amministratori di una comunità hanno un’enorme responsabilità nei confronti dei loro concittadini, a partire dalle droghe. Non solo quindi nel gestire fondi, decidere quali opere pubbliche realizzare o quali progetti finanziare, o tessere relazioni con associazioni, enti pubblici, industrie e quant’altro.
Anche nel garantire la salute della popolazione intera.
In questo contesto chi gestisce la cosa pubblica deve anche perseguire linee politiche chiare ed inequivocabili che mirino a tutelare il benessere psico-fisico delle persone di tutte le fasce d’età. Particolare attenzione va rivolta a quelle più deboli o maggiormente esposte.

Le droghe, ad esempio, a partire da quelle erroneamente ritenute più innocue a quelle più dannose (vedi figura), vengono assunte sì dal singolo, ma gli effetti si ripercuotono poi su chi vive attorno al consumatore. Si innesca quindi un vero e proprio problema sociale, a lungo termine, con forte dolore di chi lo vive da vicino.
Stiamo parlando, infatti, di una problematica che sembra latente, sommersa, ma che continua ad incombere sulla nostra società.
Troppo spesso riemerge nei dolorosi fatti delle cronache nere.
Come agire? Vietato chiudere gli occhi!
Vietato, a nostro avviso, minimizzare la problematica, facendo riferimento a presunte e devianti ideologie di libertà.
Di recente abbiamo letto del rave party nel viterbese che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine al fine di ripristinare l’ordine pubblico (dopo un morto e diversi ricoveri); oppure di due giovanissimi (un sedicenne e un ventiseienne) della più vicina Trieste che hanno pagato con la vita l’overdose di metadone; abbiamo saputo dell’indagine della Polizia di Stato su una coppia di 21 e 25 anni di Pordenone finita in coma per assunzione di una miscela letale di droghe.
Se ricordiamo fatti più lontani nel tempo, non possiamo di certo dimenticare i luoghi dello spaccio di cocaina identificati lo scorso anno nella nostra bella San Vito dalle forze dell’ordine.
Spaventa che la nostra cittadina non possa ritenersi estranea a questo problema.
Atterrisce ancor di più che l’età media di chi spaccia o fa abuso di sostanze stupefacenti sia sempre più bassa.
Tutto ciò ci deve allarmare, ci deve far tenere gli occhi ben aperti.
Conoscere a fondo per scegliere la vita
Citiamo le parole del Questore della Provincia di Pordenone Marco Odorisio:
[…gli sforzi devono essere rivolti alla prevenzione, all’informazione e all’intercettare i primi segnali di avvicinamento alle droghe, nei vari contesti di interazione, come la famiglia, la scuola, i luoghi di aggregazione...]
Restiamo quindi sempre vigili e spieghiamo ai più giovani cos’è la droga.
Importantissima, a questo proposito, l’azione educativa della famiglia e della scuola.
Quando a scuola ci andavamo noi, si organizzavano incontri in cui degli ex-tossicodipendenti ci parlavano della loro pesantissima esperienza passata.
Spiegavano a noi alunni come si arrivi alla dipendenza da sostanze psicotrope, come si viva alienati dalla realtà e quali effetti deleteri provochi sul fisico, sulla psiche e quindi sul comportamento l’assunzione di tali sostanze.
Progetti di questo tipo, ma anche di tipo diverso, adatti all’età degli interlocutori, possono essere un valido punto di partenza.
I ragazzi sono curiosi e come tali apprendono presto quali siano i pericoli che si celano dietro a queste “innocenti” caramelline colorate (per fare un esempio tra -purtroppo- tanti altri).
Potrebbero essere proprio i nostri ragazzi, infatti, quelli ai quali verrà offerto un “diversivo” per provare un po’ di sballo.
Spieghiamo loro che non è stordendosi pericolosamente che si può stare bene insieme.
Favorire l’educazione alla salute
Rispetto ad alcuni decenni fa, oggi si sa molto di più sugli effetti della dipendenza e su quali siano i danni fisici delle droghe.
Mentre lo spaccio e l’abuso di droghe “storiche” degli anni ‘80 è in diminuzione, si registra invece un aumento per il consumo di altre droghe, di nuova generazione, più facilmente reperibili – e meno costose – che entrano nel mercato della morte.
Non bisogna, quindi, smettere di informare correttamente i giovani su questi aspetti.
(Andrebbero trattati, di pari passo, anche i rischi connessi all’abuso di alcol e fumo!)
Oltre ad informare i ragazzi a scuola, tenerli sott’occhio a casa, li si può certamente anche spronare ad assumere uno stile di vita sano. Invogliarli a praticare sport, magari anche all’interno delle nostre tante associazioni sportive, è sicuramente una buona idea.
Chi ha come scopo quello di migliorare le proprie prestazioni fisiche, se ha la fortuna di essere in salute, avrà minori probabilità di avvicinarsi o di accettare delle droghe.
Ricordiamo ai ragazzi che chi assume droghe viene lentamente intrappolato in una rete a maglie sempre più fitta, da cui, poi, è spesso troppo difficile uscirne (vedi video sulle dipendenze).
Solo chi dice “no” alle droghe è davvero libero.
L’azione del gruppo AMO SAN VITO sarà certamente rivolta in questa direzione. Lo abbiamo ripetuto in passato diverse volte e ancora oggi lo precisiamo.
Noi amiamo la vita!
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