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4 Novembre un’occasione importante per riflettere assieme.
Cento anni e non sentirli! Quello del 4 novembre è un anniversario importante. Uno di quelli che non si ripetono facilmente.
Altrettanto unica è la possibilità di riflettere su ciò che l’Europa era non solo cento, ma anche solo 70 anni fa.
Stati confinanti in lotta da secoli per il predominio su questa o su quell’area geografica, regni legati da vincoli di sangue e nemici per gli stessi motivi, nuove democrazie accanto a vecchie dittature.
L’occasione di far parte di una nuova stagione non è stata sprecata dal nostro Paese, anzi. Ha visto da subito l’Italia protagonista e fondatrice di quello che sarebbe divenuto il più grande e ricco mercato mondiale. Fondato e sviluppato in una cornice nuova di pace e di condivisione degli obiettivi, non affatto scontati.
Nel corso dei decenni si sono avvicendati in Europa e nei singoli Stati governi diversi, ognuno con i propri obiettivi locali e con le proprie politiche, sostenuto da elettorati altrettanto diversi e con le più varie aspettative.
Nessuno ha mai messo in discussione i principi fondamentali su cui abbiamo basato la nostra pacifica convivenza e il nostro comune sviluppo economico.
Una supremazia culturale.
Chi, attraverso un referendum, ha scelto di uscirne, avrà conseguenze che già oggi può toccare con mano, tanto che una larga fetta di popolazione ha già rimesso in discussione la propria scelta.
…e poi le regole. Già le regole… sempre perfettibili e sempre in aggiustamento nel corso del tempo, con l’avvio di discussioni rispettose e con decisioni. Naturalmente prese secondo le regole che gli Stati si sono liberamente dati, all’interno della più grande Comunità di cui fanno parte.
Ognuno di essi è una ricchezza per gli altri, dimenticarlo può essere deleterio per tutti. Altrettanto nociva può divenire l’eccessiva rivendicazione nazionale, con un arretramento culturale non auspicabile sotto ogni punto di vista.
Perché se è vero come ricordato, che tutto può migliorare, è altrettanto vero che ogni sfida o pericolo che possa derivare da inimicizie interne o esterne all’Unione Europea, si potrà affrontare con maggior risoluzione e con maggior efficacia restando uniti. Non disperdendo quindi l’enorme capitale di valori e di progresso conquistati attraverso le lotte e il sangue di tanti nostri fratelli e sorelle.
Gli avversari di oggi non sono quelli di ieri: hanno altre forme e si muovono con altre armi.
Le nostre conquiste fanno gola a tanti.
Ed ecco perché l’anniversario del 4 novembre deve ricordare a tutti la nostra supremazia culturale.
Viva l’Italia, viva l’Europa, viva il 4 novembre e tutta la nostra infinita cultura.
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